Non è quello che ci vuole, ma è meglio di nulla. La vicenda tram a Bologna si potrebbe riassumere così. Molti ambientalisti e la sinistra antagonista protestano: opera faraonica, dicono. A parte il fatto che opera faraonica di per sé è un complimento, in realtà il tram è un'opera di piccolo cabotaggio, il minimo indispensabile per una città come Bologna. E di sicuro un'infrastruttura che arriva con enorme ritardo. Il tram è frutto di decenni di veti e discussioni inconcludenti su quella che davvero sarebbe stata l'opera risolutiva, la metropolitana, che peraltro, al contrario del tram, avrebbe consentito di pedonalizzare il centro storico. La metro fu approvata un quarto di secolo fa dalla giunta Guazzaloca (l'unica di centrodestra che la città abbia mai avuto) e in parte finanziata dai governi di allora. Ma Regione e Provincia si misero di traverso, sollevando mille questioni e, andato via Guazzaloca, i suoi successori tirarono piano piano i remi in barca. Il fatto è che Bologna, più di ogni altra città italiana governata dalla sinistra, è rimasta ingabbiata nel mito della città vetrina, salotto piccolo borghese dove nulla si fa e nulla si distrugge perché è già tutto bellissimo così. Contro l'opzione metropolitana, ancora oggi si sentono in giro una paio di favole risibili: impossibile da realizzare a causa dei reperti archeologici del sottosuolo (e chi non ne ha?) e di alcuni corsi d'acqua oggi tombati (stesso discorso, esistono città dove non ci sono?). Che invidia per l'altra sinistra, quella di rito ambrosiano. Nella vicina Milano sabato scorso è stata inaugurata l...
Attacchiamoci al tram
1 anno fa
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