L’inchiesta sulle presunte parcelle ‘gonfiate’ da parte di un avvocato ferrarese si prepara ad approdare in un’aula di giustizia. Concluse le indagini, il caso comparirà il 2 ottobre davanti al giudice dell’udienza preliminare. In quell’occasione, l’imputato pottrà scegliere se ‘giocarsi’ il rinvio a giudizio oppure se imboccare la strada di un rito alternativo. Il professionista, settant’anni, deve rispondere di peculato. Secondo le accuse si sarebbe intascato oltre 133mila euro attraverso compensi ritenuti dagli inquirenti spropositati rispetto ai tariffari forensi e comunque a lui non dovuti. La lente degli inquirenti è puntata su alcuni episodi accaduti tra il 2017 e il 2018.
Tutto comincia nella primavera del 2014. Il legale era stato nominato dal giudice tutelare amministratore di sostegno di un disabile. In questa veste (che lo rende di fatto un pubblico ufficiale) avrebbe presentato al magistrato una serie di domande per la liquidazione di compensi per attività stragiudiziali, finalizzate a far ottenere la pensione al proprio assistito. In realtà, secondo l’impianto accusatorio, tali richieste sarebbero state stilate in maniera generica e con la medesima causale, solo con qualche piccola aggiunta sparsa. Abbastanza comunque per ottenere dal giudice tutelare l’approvazione (postuma o preventiva) al prelievo del denaro dal conto corrente dell’assistito. Un via libera che, secondo la procura, l’indagato avrebbe ottenuto in maniera fraudolenta. Le contestazioni a carico del legale entrano poi nel dettaglio delle somme che il professionista si sarebb...











