boLIZZANO
di Gabriele MIgnardi
Pochi ma belli. Dal prossimo fine settimana da Lizzano e Monzuno prende il via la rassegna di appuntamenti di Tartufesta: degustazioni, mercati, escursioni, esperienze dedicate al tartufo bianco pregiato dell’Appennino bolognese, la cui raccolta per la prima volta è stata fissata per pianura e montagna di tutto il territorio regionale al primo di ottobre. Una decisione che la Regione ha spiegato con la necessità di tutelare questa specie non coltivabile ‘soggetta ad una forte pressione antropica’ e da qui lo spostamento in avanti dell’apertura unificata di ricerca e raccolta del Tuber magnatum: il tartufo bianco che nelle settimane precedenti si presenta nella fase di ‘fiorone’.
Da martedì scorso schiere di tartufai affiancati dai loro cani del fiuto raffinato hanno iniziato la loro attività di ‘cerca e cavatura del tartufo’ che dal 2021 è stata riconosciuta dell’Unesco come patrimonio culturale immateriale dell’umanità. Un ‘tesoro del bosco’ che fin dalle prime battute approda in mercatini, ristoranti e trattorie a caro prezzo, una quotazione tra i tremila e i quattromila euro il chilogrammo che esprime già la relativa scarsità di un simbolo esclusivo della tavola autunnale, che però grazie alle iniziative di piazza per oltre un mese sarà un po’ più a portata delle tasche dei cultori di questo ingrediente che si presta a tante preparazioni.
Come hanno spiegato ieri mattina ad ExtraBo (piazza Maggiore di Bologna) gli esponenti di amministrazioni comunali, enti di promozione e Proloco che saranno protagonis...












