In corriera con gli operai. Da Masi fino alla Regione, doccia fredda dalla Tollok: "I 77 licenziamenti restano"

1 anno fa 94

Velocità di crociera, andante ma non troppo. Che a quell’ora l’autostrada è una fila di camion, ogni sorpasso un azzardo. Ha gli occhi buoni Sandro Tosi, 68 anni, stringe il volante della corriera che spazza la strada con i fari. "Sono spesso a Roma, anche il 18 porterò i lavoratori nella capitale", racconta. Lavorava alla Tper, è andato in pensione, si è messo a guidare bus di linea, pilota del trasporto su gomma. "Uno scenario non bello, speriamo". C’è un tir che vuole farsi largo, le luci che lampeggiano prepotenti. La speranza si spezza intorno alle 13. In Regione è finito l’incontro con i rappresentanti Tollok, lontana la casa madre. C’è di mezzo un oceano. A Chicago, 36mila dipendenti, fatturato 4 miliardi, stabilimenti in Usa, Cina, India, Spagna, Slovacchia, Regno Unito e Italia.

Secco no alla richiesta di Regione e sindacati di stoppare i licenziamenti. Altre amare conferme. Tutti a casa i 77 dipendenti, la produzione emigra in India. Niente ammortizzatori sociali. I nodi restano sul tavolo. L’impresa prende tempo, di nuovo qui il 22 ottobre, alle 15. Unico spiraglio, che si faccia avanti un imprenditore. Ma, in questo momento, è solo un desiderio. La trasferta a Bologna è finita, il morale sotto i tacchi, intatta la voglia di lottare. Si torna a Masi Torello, in quella che è una seconda casa, la tenda bianca davanti alla Regal Rexnord, da dove uscivano componenti per parchi eolici. "Avanti con il picchetto, sciopero a oltranza", ribadisce Hania Cattani (Fiom). Mancano 10 minuti alle 8 e, cascasse il mondo, Tosi ha sempre spaccato il m...



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