Modena, 17 gennaio 2025 – Era il 23 aprile 1945, un lunedì: proprio il giorno prima Modena era stata liberata e in centro storico era entrato il carro armato degli americani. Dalle finestre sventolavano lenzuola bianche, e le campane della torre Ghirlandina suonavano a distesa, per la gioia di una libertà ritrovata. “Quella fu l’ultima volta che le campane della torre vennero suonate ‘a mano’: in seguito non accadde più”, racconta Davide Zanasi, 35 anni, segretario dell’Unione Campanari modenesi, nonché apprezzato organista e docente. Sono trascorsi quasi ottant’anni da quel giorno di festa e domani pomeriggio le campane della Ghirlandina torneranno a essere suonate letteralmente ‘dal vivo’, a forza di braccia e di gambe, da un gruppo di giovani campanari, eredi di una lunga e preziosa tradizione: “Vogliamo celebrare così due occasioni speciali – spiega Zanasi –. Mancano pochi giorni alla festa di San Geminiano, patrono di Modena, e proprio oggi pomeriggio verrà riaperta la tomba del Santo, nella cripta del Duomo. In più, da poche settimane l’arte campanaria tradizionale è stata inclusa nel patrimonio culturale immateriale dell’Unesco, un meraviglioso traguardo per tutti noi”.
Modena, le campane della Ghirlandina tornano a suonare a mano: non capitava dalla Liberazione
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