Questa estate, quando era ormai chiaro che, dopo il prestito alla Reggiana, sarebbe rimasto a Sassuolo, dove nel frattempo arrivavano centrali del calibro di Odenthal e Lovato, cui si aggiungerà poi l’emergente Muharemovic, nei bar dove si tifa Sassuolo lo si considerava il centrale ‘di scorta’. Oggi, statistiche alla mano, scopri invece che Filippo Romagna è il difensore più utilizzato da Fabio Grosso e diventa difficile non farci caso, se pensi che il centrale scuola Juve (con le giovanili bianconere, allora allenate da un certo Fabio Grosso, vinse tutto) ci ha messo tre anni a riannodarsi a se stesso, dopo il terribile infortunio che – marzo 2020, rottura del tendine rotuleo – lo ha tolto dai giochi per tre stagioni. Eccolo qui, invece, vicecapitano e titolarissimo di un Sassuolo che pensa in grande e in Romagna ha ritrovato quel che serviva: otto presenze su 8 possibili, 7 da titolare per il difensore, che con il Sassuolo ammette di avere una sorta di debito.
"Non mi ha mai lasciato solo – racconta a Sassuolocalcio.it – e so quanto è stato importante sentire tutti vicini. Mi piace pensare che sia io che la società abbiamo fatto un percorso difficile, dal quale stiamo uscendo". Ne sta uscendo il Sassuolo, "che – dice Romagna – questa estate ha fatto scelte importanti e difficili per ricominciare, che sono certo pagheranno", ne è uscito Romagna. Che l’infortunio se lo è lasciato alle spalle e guarda avanti. "Mi sono fatto male a 22 anni, quanto tutto sembrava possibile, sono tornato a 26: nella sfortuna, quanto mi è capitato mi è servito a maturare e non dare ...










