Bologna, 30 ottobre 2024 – I vertici di Toyota sono stati chiari: l’intenzione di restare a Bologna e di proseguire l’attività dello stabilimento di Toyota Material Handling a Borgo Panigale c’è. Ma tanto dipende anche dai tempi della giustizia: ossia, al tempo che impiegherà l’Autorità giudiziaria prima di ‘sbloccare’ il sito, ora sotto sequestro per consentire tutti i rilievi e le indagini del caso, e acconsentire al riavvio della produzione. Questo il succo dell’incontro avvenuto ieri a Roma tra i vertici di Toyota e il ministro del Lavoro, Marina Calderone, e il viceministro di Infrastrutture e trasporti, Galeazzo Bignami. Obiettivo: discutere delle sorti del percorso produttivo di Toyota in Italia e a Bologna in particolare, dopo che nello stabilimento di Borgo Panigale una tragica esplosione, mercoledì scorso, è costata la vita a due lavoratori, Fabio Tosi di 34 anni e Lorenzo Cubello di 37, e ha provocato il ferimento di altri 11 loro colleghi. Da quel giorno la ditta è chiusa e i suoi 850 dipendenti sono in cassa integrazione, con ripercussioni anche su altre aziende che da questa dipendevano per la propria attività. Perciò, spiega Toyota, non ci si può permettere una chiusura troppo prolungata, restano esigenze aziendali cui sopperire.
Toyota: rebus sequestro. Pesa l’incognita tempi
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