«Mi ricandido e il risultato del tram ci farà vincere le elezioni». Con queste parole, il sindaco di Bologna Matteo Lepore ha annunciato la sua intenzione di correre per un secondo mandato, parlando a “Incronaca”, la testata del master in Giornalismo dell’Università di Bologna. Convinto che la costruzione della tramvia sia la chiave per il successo alle prossime elezioni, Lepore continua a raccontare una città che non c’è.
«Era da trent’anni che in questa città si aspettava un sindaco che non solo annunciasse cantieri o opere, ma che le realizzasse», ha detto (sic!). Parole che suonano come un manifesto della sua sicurezza, più vicina all’arroganza che alla consapevolezza politica. Perché mentre il sindaco immagina il futuro luminoso della Bologna del tram, la città reale vive quotidianamente un presente di disagi, malumori e problemi irrisolti.
I cantieri della tramvia hanno trasformato interi quartieri in percorsi a ostacoli, paralizzando la viabilità e danneggiando i commerci locali. A questo si aggiungono l’aumento della criminalità, il caos sulle strade e una serie di scelte impopolari che hanno peggiorato la qualità della vita dei cittadini. Dall’aumento del prezzo dei biglietti del trasporto pubblico ai costi sempre più alti delle soste, fino alla misura dei 30 km/h di cui Lepore va fiero ma che nella realtà nessuno rispetta.
Un quadro che descrive una città esasperata, mentre il suo sinda...

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