«Di fronte a un’altra vita spezzata, ennesima vittima tra gli utenti più fragili, non possiamo limitarci al cordoglio. Il limite dei 30 km/h deve essere tradotto in interventi infrastrutturali concreti e in una maggiore consapevolezza collettiva». Così il Movimento 5 Stelle Bologna commenta la morte di una giovane ciclista di 23 anni, travolta ieri mattina da un camion in via dell’Arcoveggio. Con questo incidente, il numero di utenti vulnerabili deceduti sulle strade cittadine nel 2025 sale a sette.
Secondo il M5S, ridurre la velocità da sola non è sufficiente: servono un ripensamento dell’assetto urbano e misure concrete per proteggere chi si muove in modo sostenibile. «Oggi la città è ancora progettata per la velocità più che per la sicurezza. Non possiamo immaginare che solo i controlli bastino a fermare i mezzi su strada: serve rendere sicure le nostre strade e rafforzare la scelta della “Città 30”, che senza interventi strutturali rischia di restare un annuncio», aggiungono i rappresentanti del partito.
Tra le richieste urgenti del M5S ci sono campagne informative nelle scuole e nei luoghi di lavoro, la chiara distinzione tra strade a 50 km/h e aree urbane a 30 km/h, il ridisegno degli incroci per eliminare angoli ciechi e svolte pericolose, l’obbligo di installare dispositivi anti-collisione sui mezzi pesanti, la creazione di zone calmierate con dossi e restringimenti della carreggiata e la protezione continua delle piste ciclabili, soprattutto negli incroci più critici.
Ogni giorno di ritardo negli interventi strutturali aumenta il ri...

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