BOLOGNA – “Salve, sono Cesare Ragazzi”. Chi è cresciuto negli anni Ottanta ricorda in modo indelebile lo slogan di una delle pubblicità più trasmesse dalle tv private, in mezzo alla rotazione di cartoni animati giapponesi e soap opera. Lui, Cesare Ragazzi, è stato il primo re pubblicitario del trapianto di capelli e, prima ancora di Giovanni Rana, il primo imprenditore divenuto una star promuovendo la propria “idea meravigliosa” mettendoci la faccia. A 83 anni, Cesare Ragazzi è morto per un malore improvviso, nella serata del 27 dicembre, nella sua casa di Bazzano, in Valsamoggia. Ragazzi, che lascia la moglie Marta e tre figli, Nicola, Simona e Alessia era diventato famoso per l’invenzione e la promozione pubblicitaria di una protesi tricologica, ovvero un trapianto non invasivo che veniva applicato direttamente sul cuoio capelluto, attraverso un nastro apposito: lui stesso l’ha definito ‘un parrucchino di capelli naturali’. Una carriera partita da una cantina di Bazzano col suo primo laboratorio, nel 1968 dopo avere fatto mille lavori, fra i quali il venditore di bruscolini al cinema e quello di pentole porta a porta, il paese natale, dov’era tornato ad abitare pochi anni fa, dopo avere lasciato Zola Predosa, che fu per decenni la sede centrale della Cesare Ragazzi. Fino al 2009, anno in cui la società da lui fondata fu dichiarata fallita dal tribunale di Bologna, aveva aperto ottanta centri in Italia ed diciotto all’estero e l’idea meravigliosa – come raccontò lo stesso Ragazzi in un’intervista poco aver venduto il brevetto tricologico a un fondo fina...
E’ morto a 83 anni Cesare Ragazzi, l’uomo “con una idea meravigliosa in testa”. VIDEO
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