BOLOGNA – Mantenere alta la soglia dell’attenzione perchè la nostra regione rischia più di altre. Anche in Emilia Romagna quindi è emergenza salari e pensioni. È questo il quadro che emerge dal rapporto di Ires-Cgil sulle retribuzioni, i redditi e le diseguaglianza dei lavoratori dipendenti dei settori privati non agricoli. Il quadro è notevolmente mutato a causa della crisi economico-finanziaria del 2008 prima e per l’impatto della pandemia poi, con un ulteriore peggioramento nel 2022, soprattutto sul fronte dell’inflazione e della riduzione del potere d’acquisto delle famiglie. Inoltre dall’analisi dell’andamento delle retribuzioni dei lavoratori dipendenti nei settori privati la situazione è preoccupante. C’è una disparità territoriale con l’asse delle province forti, ossia Parma, Modena, Bologna e Reggio Emilia, molto distanziate dalle più deboli, Ferrara e Rimini. Una disparità settoriale dove spicca la bassissima retribuzione annua pari a 10mila euro del settore alkloggio e ristorazione. Forte anche il gap professionale con i dirigenti che guadagnano oltre 5 volte quanto gli operai e anche il gap di genere con le donne che su base annua guadagnano il 68% in meno degli uomini. Infine le famiglie in stato di povertà relativa o assoluta sono in aumento.
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