BOLOGNA – È stata la collaborazione tra il Consolato italiano a Mosca, le forze di Polizia e Polizia giudiziaria della Federazione Russa, il Ros dei carabinieri, il servizio centrale operativo della Polizia di Stato, la SISCO Emilia-Romagna e il Centro operativo regionale per la sicurezza cibernetica a permettere di ricostruire il versante italiano del sequestro a scopo di estorsione di Stefano Guidotti, imprenditore italiano di Siad – azienda che produce gas tecnici e industriali – residente a Mosca, dove fu rapito questa estate per poi essere portato a 400 km dalla capitale russa, al confine con l’Ucraina. Una svolta nelle indagini che ha portato all’arresto di un uzbeco di 44 anni con anche passaporto russo che vive a Faenza dall’inizio del conflitto in Ucraina. L’uomo aveva lavorato come consulente per la ditta di Guidotti, da dove era stato però cacciato per divergenze. Il 44enne lo scorso 28 giugno – a poche ore dal sequestro di Guidotti – si sarebbe incontrato a Imola con un altro manager dell’azienda, proponendogli un riscatto, il cui importo sarebbe poi stato quantificato in un secondo appuntamento. Interlocuzione che non si è però mai tenuta perché la vittima è stata liberata dopo circa 36 ore di sequestro, quando vengono contestualmente arrestati anche alcuni dei responsabili del rapimento
Secondo la pm della DDA Beatrice Ronchi – che ha coordinato la indagini – l’uzbeco era l’ideatore del sequestro, visto l’incontro fissato a Imola per discutere del riscatto
Alla luce delle nuove informazioni emerse dalle indagini, il Gip di Bologna h...
Sequestro Guidotti, arrestato il presunto ideatore del rapimento. VIDEO
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